Quali modelli per il dopo di noi?

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“Bisogna trovare le parole giuste: le parole sono importanti! Chi parla male, pensa male e vive male.”

Lo diceva Nanni Moretti nel suo celebre film, ma lo possiamo condividere anche rispetto all’oggetto di questo blog, il dopo di noi. Autonomia, Convivenza, housing, gruppi appartamento, Case famiglia, sono parole che spesso si tende ad usate come se fossero sinonimi, anche se non lo sono. E’ forse utile rintracciare alcune di queste differenze. Forse riusciamo a redarre un dizionario breve sul dopo di noi? 🤓

 

 

Iniziamo da una differenza che ci preme particolarmente:

quella tra AUTONOMIA e CONVIVENZA.

 

Autònomo: “che si governa da sé”. Che ha la capacità e facoltà di governarsi o reggersi da sé; in assoluta libertà; senza restrizioni o pressioni di sorta. L’etimo di autonomia rimanda quindi al “non aver bisogno dell’altro”, entro una contrapposizione alla dipendenza, che in questo senso appare come una restrizione/limite o ostacolo alla propria libertà.

Alcune persone con disabilità sentono l’ “autonomia” come desiderabile, intesa come saper fare delle cose senza i propri genitori. Altri sentono invece l’autonomia come uno status, una sorta di performance da dover raggiungere, come se l’obiettivo fosse quello di saper fare le cose in totale solitudine. In questa seconda opzione si tende a vivere il gruppo come un forte limite per la propria libertà, piuttosto che una risorsa, utile ad esempio per andare a vivere insieme con qualcuno. Subentra qui la categoria metodologica della convivenza.

 

Convivènza: condizione di vivere insieme, in uno stesso luogo: c. familiare, domestica, religiosa; la c. in un collegio, in una pensione; Insieme di quanti convivono nello stesso ambiente. Per estensione, convivere sociale, c. umana, la società degli uomini. Nel caso della convivenza sembra che la libertà e l’autonomia non siano vissute come capacità del singolo individuo di “reggersi da sé”, ma come competenza condivisa a stare in rapporto all’altro, con cui condividere e sviluppare degli interessi, come quello della cucina e del cinema da loro nominati, con cui pensare di andare un giorno a vivere.

 

 

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