La redazione blog è l’ennesima scuola?
I primissimi incontri della redazione blog di quest’anno si sono caratterizzati da una fantasia molto potente: vedere i conduttori del laboratorio come dei professori e il contesto della redazione blog come una classe, quindi l’associazione YAS come una scuola. Questo soprattutto da parte dei nuovi partecipanti, non solo perché giovani, ma anche perché meno abituati a lavorare su obiettivi definiti dallo stesso gruppo di partecipanti e non dati dai conduttori. Parlando di questa fantasia ci diciamo che i centri riabilitativi e/o educativi da loro frequentati sono coordinati per lo più da professori in contesti che emulano la scuola. La prima fase del lavoro si è quindi caratterizzata dal condividere un metodo: l’obiettivo non fare dei compiti, ma interessarsi a qualcosa, come un problema, un’emozione, i rapporti di gruppo. anche se è inizialmente molto più faticoso.
All’interno del gruppo alcuni riconoscevano il bisogno di parlare di un tema specifico, mentre altri meno. La difficoltà sembra essere quella di sentirsi competenti in un qualche interesse e capaci di poterli sviluppare, mettendosi in gioco. La sensazione è che la cultura del compito da fare, deciso da altri, sia sempre presente e che non permetta il riconoscimento dei propri desideri.
Questa cultura si mostra anche negli incontri successivi, tramite il bisogno di dimostrarsi/mostrarsi bravi, capaci, abili nello scrivere bene le cose, nel dire la cosa giusta al momento giusto, nel dire una cosa performante, spesso chiedendo una conferma di essere bravi. Anche se YAS si pone l’obiettivo di uscire dal binomio ‘disabile = poverino’, i ragazzi che arrivano a YAS sono portatori di una cultura dei servizi che in questo senso infantilizza i partecipanti.
Ci potremmo quindi chiedere: “Ma quando è che finisce la scuola?”
31casette romane è realizzato con i fondi dell’8×1000 della Chiesa Valdese